Mio caro Lucilio, ci sono due Sensi fondamentali che dovrai sviluppare e affinare nel tempo, se vorrai rendere il tuo viaggio nella SEO libero da illusioni e supersitizioni e meno tortuoso o frustrante del necessario.
Considerali come i 2 migliori alleati che tu possa invocare ogni volta che ti trovi in situazioni critiche, sopratutto quando senti che la tua salute mentale è messa a repentaglio dall’ultima richiesta bizzarra del cliente, dall’ultimo update dell’algoritmo di Google o da qualche altra manifestazione dei 4 vincoli fondamentali della SEO.
Il primo è il Buon Senso, il secondo è il Senso Critico.
Iniziamo dal primo.
Il Buon Senso
“Il buon senso c’era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune.”
(Alessandro Manzoni, I promessi sposi)
“Il duro lavoro degli stupidi li rende stanchi”,
(Ecclesiaste 10:15)
Che cosa è il buon senso nella SEO, come si riconosce
Il Buon senso, applicato alla SEO, è la capacità di valutare una situazione con equilibrio e ragionevolezza, tenendo conto delle necessità pratiche del progetto e del contesto nel quale si sta operando.
Entra in gioco nei contesti più disparati, spesso a braccetto con il Senso Critico, ad esempio quando ci sono delle regole, delle direttive o delle norme da applicare, che nel caso della SEO prendono spesso il nome di “best-practice“. Se applicate senza il buon senso, le best-practice possono rivelarsi inutili, nella migliore delle ipotesi, e in altri casi possono rivelarsi addirittura dannose.
Se abbiamo buon senso non ci limiteremo a seguire una serie di istruzioni o regole dettagliate ma sapremo capire quando è il caso di soprassedere o di modificarle. Se un collega si trova in ferie o malattia in un momento cruciale, il buon senso ci aiuta a indirizzare le risorse nella giusta direzione, quasi si trattasse di una sorta di bussola interna che indica sempre la direzione più costruttiva e positiva da seguire.
E’ difficile dare una definizione precisa del Buon Senso, dato il suo carattere impalpabile che sconfina facilmente nel più generale concetto di “senno” o “saggezza”. Proverò quindi a descriverlo in modo indiretto. Prima ti riporto alcuni esempi di situazioni in cui si sente chiaramente la sua assenza, e poi elenco le caratteristiche delle persone che ne sono dotate.
Quando manca il Buon Senso
Esempi di palese mancanza di buon senso in cui mi sono trovato personalmente invischiato in diverse occasioni:
- Focalizzarsi maniacalmente sui dettagli grafici/estetici di quella presentazione power point o di quel file excel quando ancora non ti è chiaro perchè la stai facendo e quale obiettivo vuoi ottenere da essa
- Riscrivere o rimuginare su quei title tag 17 volte, perchè “non ti convincono”, anche se non hai ancora raccolto alcuna evidenza/dato sulle loro effettive performance
- incaponirsi nella espansione e ricerca di query in un ambito/settore in cui non sembrano essercene più altre di interessanti. Come fai a sapere se non ci sono opportunità perché non le hai ancora trovate o perché non esistono proprio? Quando è il momento di fermarsi nell’esplorazione?
- spendere decine di ore in analisi su quel sito che sembra chiaramente essere stato penalizzato e dove hai già risolto decine di issue tecniche e migliorato il migliorabile senza ottenere alcun riscontro positivo dal motore. Quanto ha senso insistere ancora invece di concentrarsi su altro?
Caratteristiche dei professionisti SEO dotati di Buon Senso
Sono sempre stato affascinato da quei colleghi di lavoro che spiccano per il loro elevato grado di Buon Senso. Sopratutto quando ne ero quasi privo, nei primissimi anni della mia carriera, guardavo a loro con alieno stupore, quasi provenissero da un altro pianeta.
I colleghi SEO dotati di buon senso li puoi riconoscere dai seguenti tratti distintivi:
- si fanno pochissime “pippe mentali” rispetto ai problemi: non vanno in loop, sfuggono all’overthinking
- sono pesantemente inclini all’analisi costi/benefici in fase decisionale
- tendono a semplificare tutto quel che può essere semplificato
- non si ostinano quasi mai, non si accaniscono sulle loro ipotesi o convinzioni
- hanno i piedi ben piantati per terra, dove la terra è in genere l’aspetto economico di un progetto, ciò che porta la pagnotta
Come coltivare il Buon Senso
Personalmente credo di aver iniziato a maturare un minimo di buon senso nella pratica SEO soltanto dopo averlo visto applicato ripetutamente da parte di persone (i colleghi di cui sopra) che ne erano dotati in misura ben maggiore di me.
Il primo suggerimento che posso darti quindi è quello di circondarti per quanto possibile di persone dotate di buon senso, o di entrarne in contatto il più frequentemente possibile, sopratutto quando sei incasinato o sopraffatto dalle pippe mentali. Dall’altra parte, riduci o minimizza per quanto possibile l’impatto o influsso delle persone che sono palesemente prive di Buon Senso.
Per riconoscerle – le persone di Buon Senso – puoi fare riferimento ai tratti distinitivi riportati nel precedente paragrafo.
Altri metodi utili a sviluppare il Buon Senso:
Esperienza: è un passaggio obbligato. L’elisir del buon senso non si acquista da un giorno all’altro ma è il distillato di tante esperienze vissute consapevolmente. Lavorare qualche anno in un’agenzia può essere il modo più rapido di farne tante.
Domandati: “se ci fosse un modo semplice di fare X, quale sarebbe?”
Questa domanda in diverse occasioni mi ha permesso di capire quanto stessi complicando indebitamente una situazione o attività che, nella realtà dei fatti, era molto più semplice di quanto mi fossi convinto essere.
Prospettiva: ampliare la visuale e ricordare il contesto (risorse/budget/processi) e gli obiettivi del progetto aiuta a valutare le situazioni con un maggior grado di buon senso.
Per ampliare la prospettiva, inutile che ti ricordi quanto possa essere utile applicare i quadranti e sforzarsi di vedere la situazione nelle 4 dimensioni fondamentali della SEO.
Vediamo adesso il secondo Senso fondamentale.
Il Senso Critico
[Il pensiero critico è] … la nostra unica tutela contro l’illusione, l’inganno, la superstizione e la misconoscenza di noi stessi e del mondo a noi circostante.
–Sumner, W. G. 1940
Secondo solo al buon senso, il senso critico, Lucilio caro, è un’altra delle risorse fondamentali, e più sottovalutate, nell’arsenale di un SEO.
Cosa è il senso critico
Per senso critico applicato alla SEO intendo la capacità di mettere in discussione quello che ci viene quotidianamente proposto (o propinato) dalle principali fonti di conoscenza/informazione SEO: i motori di ricerca (Google, Yandex, Baidu & amici minori) e i loro portavoce da un lato, e la comunità SEO e i suoi esponenti ( guru o para-guru ) dall’altra.
Gli ambiti di applicazioni sono anche altri, come ad esempio le dichiarazioni dei clienti o dei capi, che spesso inevitabilmente – per la posizione in cui si trovano – danno per scontate cose o informazioni che scontate non lo sono, o formulano i problemi in modo confuso, impedendo di fatto una soluzione se non riformulandoli correttamente.
A cosa serve
Lo spirito critico consente, a chi ne è dotato, di non prendere per “oro colato” le affermazioni che circolano in rete, anche quando la fonte è considerata molto autorevole, e di volerne verificare la veridicità in prima persona oppure di voler fare degli approfondimenti.
E’ probabilmente l’unico vero antidoto di cui disponiamo al problema delle “fake news” e della manipolazione delle informazioni e delle nostre menti che avviene quitidianamente (dipendenza dagli smartphone, notifiche dai social, etc) .
Questo atteggiamento ha un evidente vantaggio: se per qualche motivo l’affermazione o dichiarazione in questione che viene messa in atto da molti, si rivelasse falsa, o non così valida in tutti i contesti (errare è umano del resto) quei pochi più critici che non l’avranno messa in atto, o avranno fatto diversamente in base alle proprie valutazioni, godranno del vantaggio competitivo che ne deriva.
Faccio un esempio per chiarire il punto: supponiamo che Google da oggi dica ai webmaster di tutto il mondo qualcosa del tipo “I titoli delle pagine funzionano meglio se corti”. (è già successo qualcosa di molto simile in realtà con le meta description extra-large, diversi mesi fa)
Da domani il 70% dei SEO prende per buona la dichiarazione e si mette ad accorciare i titoli delle pagine dei siti che segue. Il restante 30% si divide tra un 10% di SEO critici, che preferiscono lasciare i titoli alla lunghezza che hanno verificato essere la più efficace nei loro progetti, ed un 20% che non sa nulla della dichiarazione di Google e continua la propria vita come prima.
Viene fuori che, in diversi casi, aver accorciato i titoli delle pagine ha comportato una perdita di visibilità, e quindi traffico ed entrate, del -25%. Lo studio viene pubblicato da un’agenzia a distanza di mesi dalla dichiarazione di Google. Milioni di revenue sono stati persi nel frattempo, ma da chi? Non da coloro che hanno applicato il senso critico e hanno ragionato con la propria testa, mettendo in dubbio le dichiarazioni.
Un altro vantaggio del senso critico, è che consente di distinguere tra le proprie impressioni, pregiudizi o interpretazioni soggettive, e la realtà. Acquisire questa capacità è un passaggio cruciale verso la maturità per un SEO.
Alcuni esempi di questa distinzione, applicata al nostro caso, sono:
- Saper distinguere tra il modo in cui noi crediamo che un motore di ricerca funzioni, e il suo effettivo funzionamento (qualunque esso sia)
- Distinguere tra quella che noi crediamo essere una penalizzazione (algoritimica) e una effettiva penalizzazione (qualunque cosa essa sia)
- Distinguere tra quelli che la comunità ritiene essere dei fattori di ranking, e l’esistenza effettiva di qualcosa come un “fattore di ranking”
- Distinguere tra il credere, sulla parola, che gli utenti del nostro sito abbiano un buon engagement e il predisporre strumenti che consentano di estrarre dei dati relativi relativi a metriche che potrebbero consentirci di misurarlo in modi sempre più accurati
Come coltivare il tuo senso critico
Come ogni altra abilità, anche il senso critico si sviluppa e affina con la pratica.
Eccoti alcuni consigli per sviluppare il tuo spirito critico ai massimi livelli:
- Leggi tanto: post sui social degli autori preferiti, siti/blog di settore, studi e case history, paper di fonti diverse. Leggere aiuta molto il nostro spirito critico perchè ci espone a punti di vista diversi, rendendo sempre più evidente la necessità di vedere le cose da più angolazioni.Ovviamente serve qui l’intervento del buon senso per capire quanto leggere ancora e quando fermarsi per inziare a lavorare 😉
- Partecipa a qualche evento di settore: eventi nazionali e internazionali di qualità sulla SEO e il Digital Marketing permettono di assorbire punti di vista diversi in modo decisamente più intenso, profondo ed efficace di quanto possa fare la semplice lettura. Poter entrare in contatto diretto, confrontarsi e discutere con professionisti di grande esperienza e valore è generalmente difficile per la persona comune. Gli eventi consentono a chiunque di farlo.
- Sospendi il giudizio: allenati ad osservare i dati (di traffico, di visibilità, di engagement, e di business), con una mente di principiante, sviluppando l’atteggiamento di Epokè
- Domanda: ponendo le giuste domande a te stesso o al tuo interlocutore, cascherai sempre in piedi. Da filosofo ti suggerisco di partire da quelle classiche del metodo socratico:
- Cosa intendi per [affermazione in esame]?
- Come giungi a questa conclusione?
- Cosa ti fa credere di essere nel giusto?
- Qual è la fonte di queste informazioni/dati?
- Perché questa cosa è così importante?
- Come potremmo verificare che stai dicendo la verità?
- Esiste una spiegazione alternativa che dia altrettanto conto di questo fenomeno/dato?
Anche per oggi è tutto Lucilio caro.
Stammi bene.